Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia, ha dedicato il suo più recente lavoro letterario ai casi di affido ed adozione di figli abbandonati (Benvenuto a casa. Le ragioni dell'accoglienza. Ed. San Paolo, pp.98,).
Mons. Camisasca ci racconta una serie di esperienze vissute e richiama ampli stralci di corrispondenza scambiata con persone che hanno affrontato la realtà che caratterizza questo speciale tipo di "amore per il prossimo". L'autore rigetta la giustificazione delle coppie che non vogliono figli o si limitino a concepirne uno soltanto, accampando le pur sussistenti motivazioni congiunturali avverse. Non è questa, a suo avviso, la miglior difesa per la crisi economica che stiamo attraversando. Il futuro anzi va affrontato " aprendosi alla vita ". "La scoperta di essere amato è l'esperienza più importante della vita. Ed è quella che ci rende capaci di amare. Quando si vive la gioia di essere accolti, si diventa capaci di accogliere".
Mons. Camisasca sintetizza così il suo pensiero: accogliere chi si sente abbandonato è un atto di amore, che crea fiducia nel futuro ed è l'effetto di una reazione positiva. Chi è accolto infatti si predispone ad accogliere. Si crea quindi una reazione che genera energia positiva per chi per primo dà e costituisce per chi riceve una sostanziosa iniezione di fiducia. La crisi che la nostra nazione attraversa non è soltanto economica, ma è anche, ed in misura sempre più preponderante, una crisi di fiducia.
Atti di amore, quali l'adozione o l'affido, possono sembrare gocce d'acqua nel mare d'indifferenza che dilaga sulla nostra società. Ma quante battaglie che sembravano perse in partenza non hanno trovato poi esito del tutto insperato per le coraggiose idee di una persona illuminata.
Mons. Camisasca non è soltanto una caso letterario. Non si è limitato a scrivere concetti propri del suo stato di religioso. Egli è il fondatore di una Fraternità missionaria che ha case in ventisei Paesi. Il suo quindi non è un pensiero astratto, ma è il frutto di una concreta azione per l'apertura e l'accoglienza dei più emarginati.
Per coerenza con il fine che si propone la nostra testata, dobbiamo far presente che gli istituti dell'adozione e l'affido di minori non si presentano con un percorso del tutto agevole. Norme giuridiche e, ancor di più, valutazioni di fatto demandate a giudici, enti, ed operatori del campo sociale, costituiscono in verità "intralci" non agevoli per chi è predisposto ad aprirsi all'amore di un bimbo abbandonato. D'altra parte gli esami preliminari che l'Autorità è demandata ad effettuare in misura capillare, non sono istituiti per rallentare gli iter previsti dal legislatore, ma per accertare che i candidati siano persone affidabili ed economicamente in grado di assicurare il mantenimento, l'educazione, l'istruzione e le relazioni affettive di cui un bimbo ha bisogno.
Citando il libro di Massimo Camisasca abbiamo voluto essenzialmente aprire una finestra per quei nostri lettori eventualmente interessati ad ottenere chiarimenti in materia di adozione ed affido, dichiarando la nostra disponibilità a rispondere ai quesiti che ci verranno prospettati.
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