Un recente decreto del Tribunale di Milano (7 luglio 2016) nel decidere un caso di affidamento di una minore, ha adoperato la figura del "coordinatore genitoriale", quale strumento necessario per la risoluzione dei conflitti fra genitori. Credo che sia stata la prima volta in Italia. Ma chi è e cosa fa di preciso?
Ammetto di aver letto con curiosità il decreto ed ho per questo deciso di informarmi. Si tratta di una figura professionale, nota soprattutto nel panorama giuridico americano (fa parte degli ADR- Alternative Dispute Resolution) altamente qualificata e preparata, che ha il compito di dissipare (e nel migliore dei casi prevenire ed evitare) le dispute fra coppie caratterizzate da un'accesa conflittualità. Insomma, ricorda in qualche modo il nostro mediatore, ma è molto più. Interviene in un giudizio già intrapreso, solo su iniziativa del Tribunale: si tratta di uno psicologo o di un assistente sociale che si concentra sul conflitto, lo studia e cerca di annientarlo.
Il Coordinatore può, infatti, concretamente aiutare i genitori a rispettare le indicazioni fornite dal Tribunale, per esempio sull'esercizio del diritto di visita, suggerendo soluzioni più "elastiche" per la frequentazione dei minori; può aiutare i genitori a prendere decisioni concrete e sensate su questioni delicate, come per esempio la salute, la scuola, temi caldi dai quali possono originarsi facilmente occasioni di conflitto; fornisce linee guida sui comportamenti da assumere nei confronti dei figli per ridurre al minimo i disagi o eventuali pregiudizi in danno dei minori.
Educare i genitori, quindi, per focalizzare l'attenzione sui figli. Nel caso esaminato dal decreto, un padre aveva convenuto in giudizio la ex compagna, responsabile a suo dire di comportamenti giudicati inadeguati per la crescita delle figlie e tendenti principalmente ad ostacolare il loro rapporto con il padre. Dalla CTU disposta era emerso che entrambi i genitori avevano buone capacità genitoriali ma si era evidenziata una forte conflittualità fra gli stessi, causata, evidentemente, da una visione egocentrica della propria sofferenza. I genitori, su proposta del Tribunale, hanno accettato di farsi affiancare dal coordinatore genitoriale: non si conosce l'epilogo della vicenda ma non dubito che abbia realmente aiutato i genitori. Funzionerà in Italia questa nuova figura professionale? Ai posteri l'ardua sentenza. Personalmente spero proprio di sì!
* avvocato in Roma
** Per approfondimenti: Coordinazione genitoriale. Una guida pratica per i professionisti del diritto di famiglia" (Debra K. Carter)
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