di Loredana Chiarello

Una recente sentenza del T.A.R. della Liguria, datata 2010, ha annullato il provvedimento di bocciatura da parte di una commissione esaminatrice negli esami di maturità nei confronti di una studentessa genovese dislessica. In virtù della sentenza, alla studentessa è stata concessa la possibilità di ripetere l'esame, con riferimento al fatto che la stessa commissione non aveva garantito alla studentessa "gli strumenti compensativi" previsti dalla normativa.

Incontro Filippo ( nome fittizio ) tre volte a settimana in classe, nelle mie ore curricolari. Filippo è seguito dall'insegnante di sostegno, ma i recenti tagli delle risorse nel comparto dell' Istruzione Pubblica hanno fatto sଠche venisse dimezzato il numero di ore che in realtà sarebbero necessarie al suo percorso di apprendimento.
Filippo è un ragazzo dislessico, ha difficoltà di comprensione globale dei testi scritti, anche in ascolto e compie nella lettura e nella scrittura gli errori tipici di questo disturbo, come inversione e sostituzione delle lettere. Ha difficoltà a leggere e prendere appunti dalla lavagna e, inoltre, compie confusione anche per quanto riguarda i rapporti spaziali e temporali, come distinguere la destra dalla sinistra e ha pertanto conseguenti disturbi nella coordinazione motoria.
Filippo è un ragazzo capace e creativo, molto affettuoso, e da dislessico ha soltanto modalità di apprendimento diverse dalla media. Ama disegnare e scattare foto e in queste attività è anche particolarmente bravo. In particolare i suoi disegni sono esplosioni di colori e di allegria. E' molto curioso e intuitivo e possiede una fervida immaginazione. Non ha problemi relazionali con i suoi coetanei anche se la letteratura del caso riporta come conseguente causa di questi disturbi, quando non sono adeguatamente riconosciuti e supportati, una difficoltà di base a tessere relazioni con il gruppo.
Studi specifici di settore hanno stabilito che circa il 5% dei soggetti in età evolutiva presenta un Disturbo Specifico dell'Apprendimento ( D.S.A. ). I D.S.A. sono disturbi di origine neurobiologica, possono essere variamente articolati e riguardano nello specifico difficoltà di tipologia e grado molto diversi, nella lettura, nella scrittura, nel calcolo. Questa varietà rende ogni singolo caso particolare.
Tutti i D.S.A. si presentano per lo più come difficoltà specifiche isolate, in un quadro di sviluppo intellettivo normale e con esclusione di altre cause di possibile interferenza nelle capacità di apprendimento, come svantaggi socio-culturali o deficit di apprendimento.
In particolare, la dislessia riguarda la difficoltà a leggere e scrivere in modo fluente e corretto in soggetti che però non presentano patologie specifiche a cui far risalire il problema.
La dislessia, e in generale tutti i DSA, non sono degli handicap, ma un tipo di intelligenza diversa.
In passato gli approfondimenti diagnostici legati a questi disturbi non venivano effettuati tempestivamente e, a causa di una scorretta interpretazione del problema, a scuola, davanti a questi casi, si parlava di alunni con manifestazioni eccessive di pigrizia e di demotivazione.
Per fortuna di recente le cose sono cambiate e, dopo anni di mancata o insufficiente conoscenza relativa a questi disturbi specifici, finalmente con la Legge 8 Ottobre 2010 sono state dettate nuove norme in materia di Disturbi Specifici dell'Apprendimento in ambito scolastico e sono stati per la prima volta definiti i DSA come quei disturbi di apprendimento che generalmente " [...] si manifestano in assenza di patologie neurologiche e di deficit sensoriali e cognitivi e sono spesso causa di un inserimento scolastico particolarmente difficoltoso".
Agli studenti affetti da DSA è stato cosà¬' riconosciuto il diritto allo studio e " l'utilizzo degli strumenti compensativi e dispensativi " che agevolino le loro specifiche difficoltà .
Le misure o strumenti compensativi sono strategie o strumenti, informatici e non, che hanno lo scopo di compensare il disturbo aiutando i ragazzi in quelli che sono i loro punti di debolezza. Sono strumenti compensativi ad esempio il personal computer, la sintesi vocale, la calcolatrice, la tabella delle formule, la tavola pitagorica, l'utilizzo di mappe concettuali e cartine durante le interrogazioni.
Sono invece misure o strumenti dispensativi, gli esercizi più corti, evitare la lettura a voce alta, evitare l'apprendimento mnemonico.
L'applicazione di queste misure e strumenti è garantita, tra l'altro, da una serie di note ministeriali in tema di DSA.
Il testo normativo del 2010 infatti ha previsto che sia la scuola a riconoscere e segnalare i casi sospetti di DSA, anche se naturalmente poi la diagnosi può essere fatta solamente da specialisti e trattati adeguatamente dal SSN.
Come di consueto la scuola, ed è facile intuirlo, ha un ruolo fondamentale nella individuazione e gestione di questi disturbi, che, amo ricordare, non sono degli handicap, ma manifestazione di un tipo di intelligenza diversa. La difficoltà non è una malattia. E pertanto per questi studenti non vi sono assolutamente limitazioni all'apprendimento, ma solo percorsi diversi e strategie alternative nel perseguire l'obiettivo.
Naturalmente, affrontare la dislessia, cosଠcome tutti i DSA, richiede una strategia di equipe che parta dalla scuola in sinergia con la famiglia e che coinvolga poi le altre professionalità richieste.
La scuola nel perseguire le sue finalità deve costantemente perseguire l'obiettivo di costruire un'alleanza educativa e collaborativa con le famiglie e con le strutture socio-sanitarie. Non si tratta di rapporti da stringere solo in momenti critici, ma di relazioni costanti che riconoscano i reciproci ruoli e che si supportino vicendevolmente.
Questo diventa ancora più valido nei casi in cui viene auspicato un dialogo, il più proficuo possibile, appunto tra famiglie e scuola per evitare che certe " sofferenze" possano essere meno sofferte. Le famiglie non devono essere lasciate da sole e la scuola deve essere capace di tessere relazioni collaborative stabili e di diventare un organismo vivo .


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