di Loredana Chiarello
L'autismo venne diagnosticato per la prima volta dallo psichiatra americano di origini ebraiche Leo Kanner nel 1943 e successivamente, nel 1944, dal pediatra austriaco Hans Asperger. Oggi, la comunità scientifica internazionale identifica l'autismo (ASD "“ Disturbi dello Spettro Autistico ) come "sindrome da alterazione globale dello sviluppo", classificando questa sindrome come " uno disturbo pervasivo dello sviluppo" che si manifesta nel bambino, generalmente intorno ai tre anni di età , con deficit nell'area cerebrale della comunicazione, dell'interazione sociale e dell'immaginazione. Disturbo non significa malattia, ma appunto disordine del funzionamento cerebrale e psichico. I sondaggi più recenti affermano che ne è affetto un bambino su cento. I disturbi legati a questa sind rome sono vari, complessi e con finissime sfumature, cosଠcome varie e molteplici sono anche le ipotesi legate alla sua insorgenza. L'autismo è un disturbo multifattoriale, per cui le cause, biologiche, genetiche, neurofunzionali, neurochimiche e cognitive sono correlate tra loro in maniera diversificata e ancora, in parte, misteriosa. In linea generale, si dirà che i soggetti autistici hanno generalmente difficoltà nella comunicazione verbale e non verbale, nelle interazioni sociali, nelle attività legate al tempo libero, con una incapacità , con diversi gradi di gravità , a relazionarsi con il mondo esterno. Nei casi più gravi i soggetti autistici tenderanno a comportamenti estremamente aggressivi, insoliti oppure di isolamento totale. Parlare di autismo è molto difficile, ma una volta che si è abbandonato il pregiudizio di considerarlo come un male oscuro e misterioso, è uscito dai circuiti clinici acquisendo sempre maggiore rilevanza. Sono aumentate le conoscenze, l'interesse ed è migliorato l'approccio medico-sanitario in termini di diagnosi e terapie. Nel 2011 il Ministero della Salute ha emanato delle indicazioni con le linee guida ufficiali. Nel 2007 l'ONU ha istituito la Giornata mondiale dell'autismo che si celebra, ogni anno, il 2 Aprile. Personalmente, la mia esperienza di docente ed educatrice mi ha posto spesso di fronte a opportunità di interrelazione con soggetti "diversamente abili", e questa opportunità mi ha sempre arricchito umanamente e professionalmente. Una interrelazione magica con queste individualità fatta spesso di speranza, sempre di accoglienza e rispetto, di accettazione anche di tempi lunghi, di piccoli e grandi insuccessi, di sofferenza e accettazione della sofferenza non come una condizione debilitante ma come una opportunità . Una sfida a trovare la chiave che potesse aprire la porta della comunicazione con questi alunni speciali per sviluppare la loro autonomia. Quattro anni fa pervenne, nell'Istituto di Istruzione Superiore dove svolgo la mia opera professionale, l'iscrizione ad una classe prima di un ragazzo con una diagnosi di autismo. Mancavano pochi giorni all'apertura dell'anno scolastico e dovevamo attrezzarci per accogliere questa individualità con bisogni molto particolari. Pervenne una diagnosi con profilo dinamico funzionale di Giovanni (nome fittizio) come di una persona con avviate ed efficaci terapie del caso, psicologiche e mediche. Giovanni proveniva da una famiglia che ha sempre predisposto al meglio, per il proprio figlio, i consigliati percorsi diagnostici e terapeutici. A Giovanni venne naturalmente assegnato l'insegnante di sostegno con rapporto uno a uno, e si assicurò l'intervento quotidiano dello psicologo della scuola che opera nello sportello del centro di ascolto. Quando degli studenti affetti da autismo entrano in una scuola, niente può più restare come era: è necessario che venga modificata l'organizzazione, la didattica, le relazioni. La scuola è non solo il luogo per antonomasia dove si apprende, ma anche e soprattutto luogo di sviluppo armonico della personalità , di sviluppo affettivo, relazionale, comunicativo e di socializzazione e pertanto non può non riconoscere e accogliere tutti nella irripetibile, unica e singolare personalità che costituisce il valore di ogni persona. Anche un alunno autistico, che in teoria avrebbe inibite in parte o in toto le capacità di comunicazione può, con le dovute metodologie, gradualmente essere inserito nel gruppo classe, avviando un intreccio di sinergie da instaurare tra la scuola, il servizio sociale, le strutture sanitarie, le istituzioni e le famiglie. Giorno per giorno, poi, è una sfida a costruire una relazione tutta speciale con ciascuna persona. Giorno per giorno è una sfida a costruire una relazione tutta speciale con Giovanni. Giovanni è un ragazzo dolce e mite, metodico come metodici sono tutti i soggetti affetti da sindrome autistica, ordinato e iper-organizzato. E' famoso nell'ambiente scolastico il suo zaino sempre perfettamente in ordine, attrezzato con tutto il materiale scolastico, che però tiene costantemente alle spalle anche quando è seduto. Avere il suo zaino a tracolla è per lui sinonimo di sicurezza. Non ha mai manifestato atteggiamenti di aggressività , ma manifesta invece i sintomi comportamentali tipici di questo disturbo come iperattività , impulsività , che però non è mai violenta e gesti ripetitivi, come ciondolare sulla sedia. Ha una spiccata predisposizione per le attività matematiche e mnemoniche. Il primo approccio con Giovanni non prescinde dal dovergli comunicare, su sua precisa richiesta, la propria data di nascita. Giovanni è ormai simpaticamente l'archivio vivente della scuola: conosce la data di nascita di tutti i compagni, anche quelli che non sono della sua classe, di tutti gli operatori del corpo docente e non docente. Non c'è compleanno che egli dimentichi durante i mesi scolastici. Immancabili e graditissimi sono i suoi auguri per tutti. Frequenta il corso nautico e ama il mare. E' appassionato di crociere e qualche volta in laboratorio bisogna mettersi accanto a lui davanti al computer perchè ama mostrare su Internet le immagini delle più belle e futuristiche navi da crociere e dei luoghi di vacanza più famosi. Sogna di diventare un comandante. Sedersi accanto a lui davanti alla consolle del computer è un modo per stabilire un contatto molto personale con questo ragazzo, che ripagherà non dimenticando mai più questa gentilezza mostrata nei suoi confronti. Giovanni è ben inserito nel gruppo classe ma pretende che nessuno tocchi il suo zaino e l'astuccio con le penne e le matite. I suoi compagni lo rispettano e lo accolgono ogni giorno, garantiscono che a ricreazione faccia la sua merenda e sono delicatamente protettivi nei suoi confronti. Giovanni segue il regolare percorso curricolare della sua classe, anche se per lui vengono predisposti misure e strumenti compensativi nella ordinaria e quotidiana didattica. La vocazione della Scuola ( la lettera maiuscola non è un caso) è di educare le persone . Ogni ragazzo e ragazza ha il diritto e la necessità ad essere educato, nel senso etimologico del termine, che deriva dal latino e-ducere, tirar fuori: ha bisogno di essere aiutato a scoprire il valore di se stesso, delle cose della realtà . Il prossimo anno Giovanni terminerà il suo regolare percorso scolastico. Per lui il viaggio diventerà forse più difficile. La scuola ha il compito delicato di traghettare Giovanni, come tutti, verso la vita adulta, verso la realizzazione dei propri sogni e dei propri desideri e verso la possibilità di poter valorizzare le proprie capacità . A Giovanni, come a tutti, l'augurio di diventare "comandanti" della propria nave.
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